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29 Mar 2023

Adattamento climatico e turismo, la sfida del secolo

Una conversazione con Rodolfo Baggio del Dondena Centre for Research on Social Dynamics and Public Policy dell’Università Bocconi di Milano sulla ricerca “Destination Climate Adaptation - A Croatian case” realizzata insieme con Elisa Burrai, Chris Cooper e Jane Turner della Leeds Beckett University (UK) e con Vanja Krajinović e Nevenka Čavlek della University of Zagreb (Croatia).

I risultati della ricerca “Destination Climate Adaptation – A Croatian case” sono stati presentati per la prima volta in pubblico alla IX edizione di BTM Italia, svoltasi quest’anno dall’1 al 3 marzo alla Fiera del Levante di Bari.
Con Rodolfo Baggio, per quell’occasione, abbiamo concepito l’inedito seminario “Climate-sensitive Management” per operatori economici e amministratori pubblici (qui l’articolo con il programma https://www.giaccardiassociati.it/2023/02/28/climate-sensitive-management/).
Da alcuni anni, infatti, facciamo parte del Comitato Scientifico BTM, uno dei più importanti eventi turistici italiani (qui l’articolo “BTM Creators” https://www.giaccardiassociati.it/2023/02/15/btm-creators/), e contribuiamo così alle scelte di tendenza e alla programmazione dei contenuti strategici.
Grazie a questa felice connessione, ho avuto il piacere di un interessante scambio di opinioni con Rodolfo a partire dal focus della ricerca.

Focus e motivazioni della ricerca “Destination Climate Adaptation – A Croatian case”

“Il cambiamento climatico è la sfida principale di questo secolo e il turismo non ne è immune (Scott & Gössling, 2022). Il turismo è un’attività sensibile al clima e un elemento importante della base economica di una destinazione. Una destinazione è un elemento importante della sua base economica. La vulnerabilità del turismo ai cambiamenti climatici, quindi, richiede adattamento e mitigazione (Čavlek et al., 2019).
Sebbene la ricerca su turismo e clima sia iniziata negli anni ’70, è solo nel nuovo millennio che sono emersi studi più mirati. Kaján e Saarinen (2013) hanno individuato cinque ambiti di ricerca sull’adattamento: l’adattamento delle imprese, l’adattamento dei consumatori, l’adattamento delle destinazioni, l’adattamento dei turisti, gli studi sulle politiche di adattamento e i quadri di riferimento per l’adattamento.
Njoroge (2015) ha aggiunto un sesto tema: l’adattamento sostenibile. (…)
Per il turismo, l’adattamento delle destinazioni ha ricevuto un impulso alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 (COP 26) con la dichiarazione di Glasgow “Azione per il clima nel turismo”. I firmatari di questa dichiarazione si impegnano a ridurre le emissioni del 50% entro il 2030 e a raggiungere lo zero netto entro il 2050 e le destinazioni si impegnano a sviluppare piani d’azione per il clima delle destinazioni con la collaborazione di esperti del settore con 5 dimensioni: misurare, decarbonizzare, rigenerare, collaborare e finanziare (UNEP, 2021).
Date le risorse e gli sforzi necessari per le destinazioni, la necessità di esaminare le misure di adattamento è chiaramente giustificata. A tal fine abbiamo analizzato la situazione climatica attuale di due casi di studio e le previsioni climatiche per il futuro di due destinazioni di studio e le loro previsioni climatiche per il futuro.
La ricerca sull’adattabilità al clima è ampia (Nalau & Verrall, 2021), ma la sua applicabilità al campo del turismo è ancora limitata, in particolare quando ci si concentra sulle percezioni degli stakeholder del turismo nei confronti dell’adattabilità ai cambiamenti climatici nelle destinazioni (Rice et al., 2022). (…)
Il nostro obiettivo è indagare come gli operatori locali del turismo articolano le loro risposte rispetto a tre diversi scenari climatici che vanno dal più ottimista al più pessimistico, modellati al 2030 e al 2050.
Il lavoro fonde tecniche all’avanguardia di scienza del clima con approcci di scienza sociale.
La scienza del clima viene utilizzata per sviluppare scenari climatici che mettono in luce le vulnerabilità di ciascuna destinazione di fronte ai futuri cambiamenti climatici, mentre la ricerca delle scienze sociali è usata per esaminare le complesse risposte locali degli stakeholder del turismo agli scenari climatici presentati loro.
La nostra attenzione si concentra su due destinazioni turistiche croate, Lussino e Gorski Kotar, per tre motivi principali. In primo luogo, queste destinazioni dipendono fortemente dal turismo. In secondo luogo, Lošinj è un’isola nel nord del Mare Adriatico mentre Gorski Kotar è un’isola che si trova a metà strada tra il mare e la costa. Gorski Kotar è inoltre una regione montuosa situata nella parte occidentale della Croazia. Terzo, entrambe le destinazioni offrono prodotti ed esperienze turistiche diverse, che probabilmente saranno influenzate in modo diverso dagli impatti dei cambiamenti climatici. In quanto tali, richiederanno strategie di adattamento diverse.”
(NB: estratto dal testo originale della bozza del paper accademico)

Rodolfo quali sono i risultati della ricerca?

Mi pare che i più significativi siano di quattro tipi:

  • I modelli di previsione climatica forniscono dati e scenari affidabili di tipo “generale”
  • Per una migliore progettazione di strategie e policy di adattamento, diventa “indispensabile”  calibrare i diversi scenari possibili tenendo conto delle peculiarità dell’“ambiente destinazione”
  • Un indicatore utilizzato è il Tourism climatic index (TCI) che combina i fattori climatici (temperatura, umidità, copertura nuvolosa, vento, precipitazioni) in un indice rappresentativo di quanto una condizione climatica sia favorevole per le attività turistiche
  • Il TCI può essere “personalizzato” tenendo conto delle attività specifiche di una destinazione fornendo così una migliore base per la definizione delle risposte alle mutate condizioni climatiche future.

Con quale metodo avete operato?

È stato necessario un percorso articolato che ha incluso i seguenti aspetti:

  • I dati per le previsioni climatiche a lungo termine sono ampiamente disponibili (cfr. il data store di Copernicus della Commissione Europea al link https://climate.copernicus.eu/)
  • Una volta deciso quali scenari e quali periodi di tempo considerare si esaminano le principali attività svolte dai turisti (o che potrebbero svolgere in futuro)
  • I dati relativi agli scenari climatici vengono combinati con quelli relativi alle attività per ottenere una serie di TCI specifici
  • Per i vari scenari è quindi possibile fornire risposte realistiche valutando tempi, costi e benefici insieme con i principali stakeholder
  • Allo stesso tempo si definisce una serie di indicatori che consentano di capire, con buon anticipo, come la situazione generale stia evolvendo in modo da cambiare/scegliere le strategie di risposta più opportune che si definiscono come “Dynamic Adaptive Policy Pathways” (DAPP)

Perché i “Dynamic Adaptive Policy Pathways” diventano importanti per il turismo?

Come abbiamo spiegato nel seminario Climate-sensitive Management in BTM a Bari, i DAPP danno senso al fatto che l’adattamento è un percorso il cui punto finale non è determinato solo da ciò che è noto o previsto al momento, ma anche da ciò che verrà sperimentato e appreso in futuro e dalle risposte agli eventi (policy/strategie).
I DAPP descrivono perciò una sequenza di azioni o investimenti in attività e infrastrutture per raggiungere una serie di obiettivi prestabiliti in condizioni di cambiamento incerto. Fanno parte del processo di pianificazione e garantiscono la valutazione dei costi e dei benefici e il monitoraggio per situazioni e attuazioni.  In termini pratici, i DAPP possono fornire agli Amministratori pubblici e agli operatori economici un aiuto concreto su basi scientifiche per la sfida dell’emergenza climatica, per molti la sfida del secolo, e cioè:

  • Supporto al processo decisionale in condizioni di cambiamento incerto
  • Approfondimenti su opzioni, possibilità, rischi di lock-in e dipendenze dal percorso per identificare azioni a breve termine per mitigare gli impatti negativi e cogliere le opportunità
  • “TRIGGER POINT” cioè “punti di innesco” che aiutano a identificare se e quando intraprendere azioni e modificare strategie/politiche
  • Il piano di MONITORAGGIO e le azioni contingenti che aiutano a rimanere in linea con gli obiettivi economici e sociali.

Qui le slide in download gratuito della presentazione di Rodolfo Baggio al seminario Climate-sensitive Management in BTM

Beppe Giaccardi