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22 Feb 2022

Valencia: la città più sana del mondo è un esempio di turismo salubrity-based

La società di consulenza di prodotti finanziari Money.co.uk, per la seconda volta, ha nominato Valencia in Spagna città più sana del mondo perché “si prende più cura della salute dei suoi residenti e dei turisti”.

Tutto ciò è molto rilevante anche per il rilancio del turismo italiano.

Infatti, sempre da Valencia, tramite il proprio portale di destinazione apprendiamo che “Mai prima d’ora i termini salute, sicurezza e sostenibilità avevano avuto tanta importanza. Il turista non cerca più il prezzo o la moda, ma un luogo dove trascorrere le vacanze e sentirsi sicuro, integrato nella comunità locale e responsabile nei confronti della destinazione che visita.”

Valencia è riconosciuta la città turistica più sana al mondo perché si è impegnata ad essere una città a impatto zero entro il 2025 e per questo obiettivo ravvicinato ha iniziato a calcolare l’impronta di carbonio della propria attività turistica.  Negli ultimi mesi, inoltre, la provincia di Valencia ha mantenuto anche una delle più basse incidenze cumulative di Covid-19 di tutta la Spagna.

Lo studio di Money.co.uk prende in considerazione gli indicatori che consentono di misurare una condizione di vita sana:

  • livelli di obesità
  • aspettativa di vita
  • livelli di inquinamento
  • assistenza sanitaria
  • numero di operatori sanitari ogni 100.000 abitanti
  • spesa sanitaria
  • percentuale di popolazione con accesso all’assistenza sanitaria.

Mentre i fattori locali che, rispetto a quei benchmark, hanno giocato un ruolo fondamentale per il nuovo riconoscimento alla città di Valencia sono stati:

  • una gastronomia sostenibile basata su alimenti di stagione
  • bassi livelli di inquinamento
  • oltre 5 mln di metri quadrati di aree verdi
  • un’eccellente assistenza sanitaria
  • una lunga aspettativa di vita.

In Italia, sulla gastronomia possiamo dire di essere a ottimi livelli in tutte le destinazioni turistiche mentre per l’aspettativa di vita siamo all’ottavo posto a livello globale (OMS, 2020).

Da ricordare al riguardo che in Sardegna e nelle Marche abbiamo due delle sei Blue Zone globali cioè aree geografiche in cui i dati storici dimostrano che la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale.

Quindi, nel nostro Paese, il vero problema appare sempre di più come recuperare il gap sull’inquinamento atmosferico e come riuscire a farlo in modo pragmatico, convincente e trasparente.

Per avvicinarci al risultato di Valencia – fondamentale per la salute delle persone, per l’attrattività turistica e per contrastare i mutamenti climatici – occorrerebbe infatti passare da una logica pluridecennale e inutile di green washing – “… neologismo inglese che generalmente viene tradotto come ecologismo di facciata o ambientalismo di facciata …”  – a una strategia condivisa basata sulla misurazione dei “fattori critici di insostenibilità” che può permettere di agire in modo concreto sugli indicatori più negativi.

I fondi PNRR e le scelte in corso per i nuovi fondi POR 2021-27 sono un’opportunità coerente di lavoro per Regioni, Comuni, Camere di Commercio, destinazioni turistiche e imprese proprio per modificare, riconoscendoli e misurandoli, i “fattori critici di insostenibilità”, come spiegato

qui  e qui.

Nel rapporto di ricerca “Turismo & Salubrità” pubblicato a fine aprile 2021 (qui il download gratuito) scrivevamo inoltre che è necessario evolvere il tradizionale driver dell’offerta Italia, la “bellezza”, integrandolo con “sostenibilità” e “safety” perché l’aspettativa di vacanza non è più limitata alla “ricerca di piacere” ma mira soprattutto al “voler star bene”, cioè a un’offerta integrata che potremmo chiamare “turismo salubrity-based”.

Adesso Valencia docet.

Marco Antonioli
#turismo e salubrità #turismo sostenibile