Valencia: la città più sana del mondo è un esempio di turismo salubrity-based
Tutto ciò è molto rilevante anche per il rilancio del turismo italiano.
Infatti, sempre da Valencia, tramite il proprio portale di destinazione apprendiamo che “Mai prima d’ora i termini salute, sicurezza e sostenibilità avevano avuto tanta importanza. Il turista non cerca più il prezzo o la moda, ma un luogo dove trascorrere le vacanze e sentirsi sicuro, integrato nella comunità locale e responsabile nei confronti della destinazione che visita.”
Valencia è riconosciuta la città turistica più sana al mondo perché si è impegnata ad essere una città a impatto zero entro il 2025 e per questo obiettivo ravvicinato ha iniziato a calcolare l’impronta di carbonio della propria attività turistica. Negli ultimi mesi, inoltre, la provincia di Valencia ha mantenuto anche una delle più basse incidenze cumulative di Covid-19 di tutta la Spagna.
Lo studio di Money.co.uk prende in considerazione gli indicatori che consentono di misurare una condizione di vita sana:
- livelli di obesità
- aspettativa di vita
- livelli di inquinamento
- assistenza sanitaria
- numero di operatori sanitari ogni 100.000 abitanti
- spesa sanitaria
- percentuale di popolazione con accesso all’assistenza sanitaria.
Mentre i fattori locali che, rispetto a quei benchmark, hanno giocato un ruolo fondamentale per il nuovo riconoscimento alla città di Valencia sono stati:
- una gastronomia sostenibile basata su alimenti di stagione
- bassi livelli di inquinamento
- oltre 5 mln di metri quadrati di aree verdi
- un’eccellente assistenza sanitaria
- una lunga aspettativa di vita.
In Italia, sulla gastronomia possiamo dire di essere a ottimi livelli in tutte le destinazioni turistiche mentre per l’aspettativa di vita siamo all’ottavo posto a livello globale (OMS, 2020).
Da ricordare al riguardo che in Sardegna e nelle Marche abbiamo due delle sei Blue Zone globali cioè aree geografiche in cui i dati storici dimostrano che la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale.
Quindi, nel nostro Paese, il vero problema appare sempre di più come recuperare il gap sull’inquinamento atmosferico e come riuscire a farlo in modo pragmatico, convincente e trasparente.
Per avvicinarci al risultato di Valencia – fondamentale per la salute delle persone, per l’attrattività turistica e per contrastare i mutamenti climatici – occorrerebbe infatti passare da una logica pluridecennale e inutile di green washing – “… neologismo inglese che generalmente viene tradotto come ecologismo di facciata o ambientalismo di facciata …” – a una strategia condivisa basata sulla misurazione dei “fattori critici di insostenibilità” che può permettere di agire in modo concreto sugli indicatori più negativi.
I fondi PNRR e le scelte in corso per i nuovi fondi POR 2021-27 sono un’opportunità coerente di lavoro per Regioni, Comuni, Camere di Commercio, destinazioni turistiche e imprese proprio per modificare, riconoscendoli e misurandoli, i “fattori critici di insostenibilità”, come spiegato
Nel rapporto di ricerca “Turismo & Salubrità” pubblicato a fine aprile 2021 (qui il download gratuito) scrivevamo inoltre che è necessario evolvere il tradizionale driver dell’offerta Italia, la “bellezza”, integrandolo con “sostenibilità” e “safety” perché l’aspettativa di vacanza non è più limitata alla “ricerca di piacere” ma mira soprattutto al “voler star bene”, cioè a un’offerta integrata che potremmo chiamare “turismo salubrity-based”.
Adesso Valencia docet.