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14 Set 2022

Lavoro ed emergenza clima

Il gran caldo sfianca chi lavora. La siccità minaccia l’economia. Le piogge torrenziali distruggono. Il nuovo “modello di sviluppo sostenibile” non c’è. Perché non anticipare gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU? Dì la tua: partecipa alla survey IMPATTO SOCIALE CLIMA

Nonostante il periodo elettorale il problema non è “elettorale” né “partitico”. Il problema su “lavoro ed emergenza clima” è di “politics”, cioè di strategie e programmi condivisi innanzitutto da cittadini e imprese a fronte dell’assenza di un modello di sviluppo sostenibile, magari partecipato.

Il nostro Studio da molti anni si occupa di questi aspetti e per questo vi proponiamo di condividere queste brevi riflessioni e di partecipare all’indagine online IMPATTO SOCIALE CLIMA che ha lo scopo di conoscere e misurare opinioni, percezioni e aspettative di imprenditori, manager, amministratori pubblici, cittadini e studenti, tramite un questionario online disponibile su tutti i nostri canali web e social.

Pensiamo infatti che l’attuale difficile rapporto tra “lavoro ed emergenza clima” sia essenzialmente umano: non stiamo bene, per cui siamo alla ricerca di una vita migliore come di un lavoro più degno, qualunque sia la condizione sociale di partenza.  E’ un’aspirazione legittima, causata da fattori diversi, ampi e complessi, non sempre riconoscibili.
Vi ricordate quando nella primavera scorsa scoppiò il fenomeno del cosiddetto burn-out in tutto Europa, Italia inclusa, e relativa fuga dai posti di lavoro?
Molte persone anche con attività agiate, stanchi di stress e vita più o meno alienata, si sono messi alla ricerca di nuove opportunità  esistenziali e di nuovi lavori: solo in Italia, ben 2 milioni di lavoratici e lavoratori (dati ISTAT) hanno lasciato quei posti sicuri, non certo perché attratti da “reddito di cittadinanza”.
Se in quest’ottica approfondiamo la dimensione turismo e sviluppo locale, molto importante per il nostro paese, scopriamo come alcuni vissuti critici “lato lavoro” siano divenuti diffusi e comuni a località balneari, montane, lacustri, come a borghi storici e città d’arte. Un po’ ovunque registriamo mancanza di:

  • personale nei lavori di back office per strutture alberghiere ed extra alberghiere (pulizie, camere, cucine, manutenzioni, ricevimento, etc.)
  • autisti nei trasporti turistici e nei noleggi con conducente
  • tecnici specializzati e impiantisti
  • informatici e web designer
  • bagnini di salvataggio e aiuto-bagnini
  • addetti stagionali di polizia locale
  • guide turistiche
  • parcheggiatori
  • etc.

Non solo, ma anche mancanza di profili con responsabilità elevate come general manager, HR manager, ICT manager, digital & marketing manager, esperti di commerciale, booking, concierge, etc.

Queste mancanze di “capitale umano” nel turismo e nello sviluppo locale pensiamo siano un problema sociale “aumentato” anche da emergenza climatica e grande caldo, dopo i lasciti complicati di due anni di lockdown.
Le società, infatti, non funzionano a silos o a “compartimenti stagni” per cui l’impatto sociale del clima incrocia e acutizza un cambio profondo, già in corso, di esigenze personali e stili di vita che a loro volta scontano governance pubbliche carenti o in ritardo e policy private rapaci, insieme con scelte di pianificazione e formazione evidentemente inadeguate.
Si pensi alla grave carenza di medici e infermieri – emersa dal covid-19 in poi – ed è facile capire quali nodi critici siano da affrontare se davvero si vuole un “nuovo modello di sviluppo sostenibile”.
Salute, turismo e sviluppo locale sono – ormai l’abbiamo capito – un continuum inscindibile.

Se poi quei vissuti “lato lavoro” li connettiamo ai fatti “lato clima” per esempio osserviamo:

  • eccezionale anomalia caldo-secca da fine primavera a fine luglio
  • estate con durata e intensità straordinarie della calura
  • concomitanza di particolari condizioni siccitose nonostante una maggiore frequenza di temporali, talora rovinosi
  • prosciugamento anche di grandi corsi d’acqua
  • riduzione dei raccolti in agricoltura e in generale nella crescita di alberi e piante
  • etc.

Eccesso e durata del gran caldo, dovuto all’emergenza climatica, hanno scatenato la cosiddetta “tempesta perfetta” che ha messo in luce e acuito profondi problemi sociali irrisolti.

Scrive inoltre il climatologo Luca Mercalli (cfr. http://www.nimbus.it/clima/2022/220907) : “Dai dati emerge, con una certa omogeneità tra una regione e l’altra del Nord Italia, come l’estate sia risultata per lo più seconda tra le più calde nelle serie storiche ultrasecolari dopo il caso epocale del 2003 (…) Considerando il quadrimestre maggio-agosto, che permette di rappresentare in maniera ancora più efficace il connubio tra intensità e durata del caldo estivo, insorto precocemente proprio alla metà di maggio, l’eccezionalità dell’episodio del 2022 primeggia in molti casi rispetto a quello del 2003, come ad Aosta, al Gran San Bernardo, a Torino, Moncalieri, Bolzano e Rovereto.”

Quindi il problema è strategico: sociale ed economico e intrinsecamente climatico.
Nel senso che deriva da un modello di sviluppo che appare/viene vissuto come inefficiente, costoso, inquinante e sempre più pericoloso. E che per di più, dall’aria irrespirabile delle città agli scostamenti insostenibili nei bilanci pubblici, sta segando le gambe al futuro dei più giovani.

Per questo insieme di ragioni, che investono in modo imponente turismo e sviluppo locale, è divenuto decisivo:

  • raccogliere e misurare opinioni ed esigenze di operatori economici, amministratori, cittadini e giovani
  • classificare e analizzare dati, condividere informazioni oggettive
  • e, su queste basi, provare ad anticipare nei territori e fra le imprese la scelta di pertinenza e la pratica concreta dei 17 SDGs dell’Agenda 2030 che come noto contengono le soluzioni per contrastare l’emergenza climatica e riconfigurare lavori tanto efficienti quanto umani.

Scegliere di mettere in discussione “lavoro ed emergenza clima” serve a tutti.
Compila il questionario e partecipa anche tu alla survey IMPATTO SOCIALE CLIMA.

Beppe Giaccardi
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