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07 Mar 2023

Informare sull’emergenza climatica sì o no?

Perché i portali turistici regionali e Italia.it dovrebbero occuparsi dei dati climate-sensitive.

4 ragioni per utilizzare e diffondere dati “climate-sensitive”

La prima e fondamentale ragione è che i dati pubblicati dal Copernicus Climate Change Service (C3S) (cfr. qui) sono prodotti su base scientifica e riguardano le condizioni di vita in cui si troveranno le persone. Inoltre, sono gratuiti e a disposizione di chiunque mentre sono talmente autorevoli per cui vengono utilizzati anche dalle grandi agenzie internazionali, dalla NASA all’ONU.
(Nb: il direttore del Copernicus Climate Change Service è l’italiano Carlo Buontempo).

La seconda ragione è che i dati “climate-sensitive” di Copernicus fotografano e parlano dell’emergenze climatica anche del nostro Paese e, tra l’altro, di come l’aumento (certo) delle giornate di calore impatterà su persone e territori, dall’economia alle città e, appunto, al turismo.
Per esempio, nel caso in cui in Italia le misure di contrasto all’emergenza climatica saranno “limitate” avremo +22,7 giornate di colore entro il 2080, mentre l’incremento sarà di +44,6 giornate di colore se non ci sarà alcuna azione di contrasto.

Discorso simile può essere fatto per le regioni turistiche, vediamone alcune:

  • In Puglia, la forbice delle giornate di calore avrà un aumento rispetto ad oggi tra +26,7 e +53,6 giornate di calore
  • Nelle Marche, l’aumento rispetto ad oggi sarà tra +28,6 e +52 giornate di calore
  • In Emilia-Romagna, tra +31,9 e +58,9 giornate di calore
  • In Veneto, tra +29,7 e +58,5 giornate di calore.

La terza ragione direttamente integrata alla precedente, per cui i portali turistici regionali e Italia.it dovrebbero informare e gestire dati climate-sensitive, è che essendo l’infrastruttura su internet che collega i turisti di tutto il mondo all’offerta di territori e destinazioni possono utilmente sviluppare un’informazione corretta e pertinente verso i viaggiatori. In misura crescente, costoro sceglieranno periodi di vacanza e destinazioni informandosi sempre di più sull’accoglienza che include anche “misure di adattamento climatico” (cfr. articolo precedente qui).

La quarta ragione infine è che quell’informazione e la sua gestione pensiamo possa facilitare la comprensione da parte della moltitudine di operatori economici e amministratori pubblici che generano offerta, valore aggiunto e occupazione, indirizzando via via la condivisione delle (necessarie) scelte di contrasto all’emergenza climatica e delle (altrettanto indispensabili) misure di adattamento climatico.

I Climate-sensitive Travelers

Last but not least, i portali turistici pubblici dovranno fare i conti con una nuova “categoria” che chiamiamo Climate-sensitive Travelers. Chi sono queste persone?
I Climate-sensitive Travelers sono viaggiatori e turisti:

  • consapevoli dei cambiamenti e dei rischi causati dall’emergenza climatica e perciò in grado di modificare tempi, modi e luoghi di vacanza per star bene e sentirsi sicuri, esprimendo anche valori e comportamenti sociali inediti.
  • molto attenti a dati e informazioni su prodotti, servizi e destinazioni che nell’insieme contrastano l’emergenza climatica mentre contemporaneamente proteggono le persone
  • interessati a fare la propria parte e a venir considerati parte integrante del contrasto all’emergenza climatica da parte della destinazione nella quale scelgono di viaggiare e soggiornare.

Un’ipotesi inoltre non troppo remota è che si abbassino i picchi di arrivi e presenze nei tradizionali mesi di alta stagione (per esempio luglio e agosto per il balneare) e si alzino nei cosiddetti mesi di spalla (primavera e autunno).

Tre esempi climate-sensitive

Il primo esempio è il livello di cura del portale turistico della Spagna (cfr. qui).
Il clima è comunicato destinazione per destinazione e stagione per stagione, informando sulle temperature medie, sugli impatti da cambiamento climatico e su cosa mettere in valigia per vivere al meglio la propria vacanza.
Il secondo esempio è il portale Visit Norway (cfr. qui) che pubblica previsioni metereologiche aggiornate, collegate direttamente con l’Istituto Meteorologico Norvegese e fornisce una descrizione dettagliata di cosa fare e cosa portare con sé in ciascuna regione e in ciascun periodo dell’anno.
Infine, il terzo esempio è la destinazione Valencia, un vero e proprio caso-scuola. Dal 2019 Valencia calcola e comunica sul proprio portale di destinazione l’impronta ecologica del turismo (cfr. qui) con l’obiettivo di diventare entro il 2025 la prima destinazione turistica del mondo a zero impatto ambientale.
Nell’ottica di ridurre le emissioni da turismo, una sezione del portale è dedicata a “Muoversi riducendo le emissioni” (cfr. qui). Qui vengono pubblicate tutte le modalità alternative per visitare la destinazione ed evitare di incrementare l’impronta ecologica derivante dal turismo.
Allo stesso tempo una sezione del portale di destinazione è dedicata al “volontariato ambientale” (cfr. qui) invitando esplicitamente i turisti a prendere parte alle attività di sostenibilità ambientale della destinazione.

Il panel BTM 2023 come incipit

Il merito di quanto qui è stato possibile descrivere va indubbiamente riconosciuto alla IX edizione di BTM, il più importante evento turistico del sud Italia che si è svolto alla Fiera del Levante di Bari, dall’1 al 3 marzo 2023.
È infatti nel panel “Portali turistici e Climate-sensitive Travelers” di BTM 2023 che abbiamo potuto condividere dati e osservazioni assieme all’esplicita proposta del perché i portali turistici regionali e Italia.it dovrebbero occuparsi dei dati climate-sensitive.
Al panel, su ns invito, hanno preso parte e per questo ringraziamo:

  • Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione di ENIT
  • Stefan Marchioro, direzione turismo Regione Veneto
  • Bianca Bronzino, innovation manager di Pugliapromozione
  • Carla Alfonsi, referente dei sistemi informativi della Regione Marche
  • Emanuele Burioni, direttore generale di APT Servizi Emilia-Romagna.

A titolo di cronaca, ricordiamo infine che tutto ciò ha avuto origine dai risultati della ricerca MyNetwork Italia 2022 (cfr. qui) dove il nostro Studio ha appurato che nessuno dei 22 portali turistici pubblici analizzati informava su dati climate-sensitive e su eventuali policy di protezione di turisti e cittadini a contrasto dell’emergenza climatica. Un punto di debolezza che potrebbe essere presto superato.

Marco Antonioli e Beppe Giaccardi.

Redazione