Sviluppo locale e turistico: adottiamo Hanna Schmitz
Ma perché dobbiamo conoscere la storia di Hanna Schmitz?
Su linkedin.com, Hanna Schmitz si definisce “Principal Strategy Engineer at Red Bull Racing & Red Bull Technology”.
In pratica è la persona che ha consentito alla giovane scuderia della Red Bull di surclassare la blasonata scuderia Ferrari nelle ultime gare di Formula 1.
Scrivono di lei qui https://sport.virgilio.it/hannah-schmitz-f1-strategia-red-bull-ferrari-767330 :
“Con il suo gruppo di lavoro, l’ingegnera del miracolo Red Bull ha studiato una sala in stile NASA nella quale un team di strateghi esegue tutti i calcoli e le simulazioni in tempo reale, prima di fornire i dati utilizzabili al collega al muretto dei box in modo che possa prendere la decisione migliore (…)
L’ingegnera stagista, diventata la figura centrale di questo team, è entrata in contatto con la Red Bull proprio in occasione di uno stage che l’ha formata: da lì a breve, per la studentessa di Cambridge – una della più celebri e selettive università britanniche – si è andata profilando un sogno, un modellino sempre più esauriente e dettagliato di quell’obiettivo che aveva in testa fin da bambina: la F1.”
E’ una bella storia molto utile. Infatti, come vedremo, “Lo sviluppo locale è un aumento qualitativo delle capacità del territorio di agire, reagire, programmare e gestire situazioni complesse.” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Sviluppo_locale)
Secondo il grande economista Amartya Sen, lo sviluppo locale è un aumento delle libertà personali dato dall’aumento della “capacitazione”, cioè della capacità di apprendere.
In una intervista a Gian Luca Brunetti, architetto e ricercatore di Tecnologia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, scrivono su teknoring.com che “Lo sviluppo locale sostenibile è un processo molto importante emerso negli ultimi due decenni e va inteso come equilibrio dinamico tra natura e sviluppo socio economico”.
Inoltre, pensiamo che in queste definizioni si possa comprendere coerentemente anche lo sviluppo turistico perché, come sappiamo, agisce da leva verso i mercati esterni e allo stesso tempo adopera in modo integrato proprio quei concetti: dall’“agire, reagire, programmare e gestire situazioni complesse”, all’aumento di capacitazione, alla ricerca di un “equilibrio dinamico tra natura e sviluppo socio economico”.
Molto vero oggi, a due anni dall’impatto covid-19 e nel pieno dell’emergenza climatica (su cui torneremo presto).
Pertanto, lo sviluppo locale è/dovrebbe essere soprattutto un investimento sulle persone.
Per esempio, attraverso ampliamento e condivisione di cultura di progetto, valori, conoscenze, buone pratiche, relazioni e, necessariamente, competenze digitali. In sostanza, non solo opere e infrastrutture materiali, bensì un’ibridazione che comprende più capacità, più interconnessioni e più sostenibilità alla quale, però, serve una strategia, cioè sapere quale direzione prendere e quale è il modo migliore per ottenere i risultati che interessano.
Ecco perché la storia di Hanna Schmitz, in apertura di questo articolo, è dirimente.
Difficilmente un Comune, una Regione o una Camera di Commercio potrà disporre di “una sala in stile NASA nella quale un team di strateghi esegue tutti i calcoli e le simulazioni in tempo reale”.
E’ anche vero che Cambridge è nel Regno Unito ma il nostro Paese è comunque ricco di talenti e di buoni corsi universitari, tant’è che spesso questo patrimonio come sappiamo è molto apprezzato all’estero.
E allora per generare nuovo sviluppo locale (e turistico) efficace ed efficiente pensiamo serva discontinuità e coraggio, senza ripetere cioè ricette superate dai fatti in uno scenario del tutto nuovo e perciò complesso.
Così, l’accostamento di quella storia ai problemi di indirizzo e messa in opera di sviluppo locale aiuta a capire il valore dei dati, della sostenibilità e della ricerca economico-sociale continua, dello scambio e della condivisione delle informazioni, della responsabilità delle persone e dell’integrazione dei loro ruoli. Infine – last but not least – la rilevanza di una giovane donna competente in un mondo prevalentemente maschile è un’altra proxy sulla quale ci pare utile riflettere. E il prima possibile intervenire.
Marco Antonioli e Beppe Giaccardi.