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06 Nov 2020

Covid e Innovazione Sociale

Ricostruire dal basso le fondamenta della società.

Moralli nel suo libro “Innovazione sociale”; edito da FrancoAngeli , anno 2019, scrive: “[I progetti di innovazione sociale] sono accomunati dalla volontà di rispondere, attraverso iniziative provenienti dal basso, a necessità o istanze sociali emergenti, avviando percorsi di collaborazione e di partecipazione comunitaria, supportando capacità, competenze diverse, saperi individuali e collettivi”.

La definizione data dalla Commissione Europea è invece la seguente: “Le innovazioni sociali sono nuove idee che incontrano bisogni sociali, creano relazioni sociali e formano nuove collaborazioni. Queste innovazioni possono essere prodotti, servizi o modelli che rispondono a bisogni irrisolti in maniera più efficiente.”

L’innovazione sociale può quindi essere un importante pilastro per riuscire a combattere la crisi del tradizionale sistema di welfare, che mai come durante la crisi sanitaria da Covid-19 ha mostrato le sue lacune e le sue limitazioni. 

Il termine “innovazione” è diventato sempre più presente nei dibattiti sul futuro del nostro Paese. Bisogna innovare per far fronte, almeno in parte, alle conseguenze della crisi sanitaria di questo 2020. Da qualche mese ci siamo resi conto infatti che il futuro rimane un’incognita e ancora oggi non possiamo prevedere con certezza quello che succederà nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Siamo però consapevoli che l’attuale crisi non si limiterà alle pesanti ricadute economiche. Quella di oggi, più che mai, è una crisi sociale: le problematiche sociali sono state ben evidenti sin dal primo lockdown. La frammentazione delle reti sociali è un problema più che mai attuale, anche diverse settimane dopo la riapertura. Il Covid-19 ha portato il cambiamento all’interno delle nostre vite e nella nostra società, globalizzata ed estremamente accelerata, generando la necessità di ripensare alle grandi certezze che alla fine dello scorso anno davamo per scontate.

Innovare vuol dire scegliere di lavorare per il futuro e, nell’accezione più generale del termine, stravolge il presente ogni volta che si manifesta. Internet è stata forse la più grande innovazione degli ultimi 50 anni, ma il telefono cellulare come lo conosciamo oggi o Netflix sono esempi di innovazioni che hanno modificato completamente i paradigmi precedenti.

All’interno di questo ambito, troviamo una parte di innovazione che riguarda l’ambiente sociale: l’innovazione sociale. Essendo “innovazione” stravolge oggettivamene il presente ed essendo “sociale” si indirizza verso una “area operativa” che è la comunità nelle sue tante articolazioni.

Il punto di partenza rimane il territorio, i suoi bisogni emergenti e i suoi stakeholder.

Innovare, in questo senso, significa proprio ripartire dai cittadini, trovando soluzioni e metodi alternativi a problematiche del territorio, a beneficio dell’intera comunità. 

Per rispondere alla crescente incertezza causata dalla crisi Covid possiamo:

  • ricercare la sicurezza nelle reti sociali delle nostre città, dei nostri quartieri e del nostro vicinato
  • evolvere i nostri modelli di consumo, ripensandoli in un’ottica più sostenibile
  • valorizzare il territorio e le sue destinazioni, in un’ottica di empowerment degli stessi abitanti di quei luoghi
  • aiutare quella parte di persone in difficoltà, includendoli e andando a formare reti sociali più solide.
  • etc.

Non possiamo cioè permetterci di ignorare la socialità e la necessità di coltivare il capitale sociale, seguendo anche strade nuove e diverse da tutto quello che è stato tentato in precedenza: l’innovazione sociale può essere la risposta a questi problemi se incentivata, riconosciuta, valorizzata e implementata nelle situazioni a maggior rischio.

È un concetto estremamente versatile perché significa stravolgere partendo dal basso, da bisogni e criticità, per risolvere problemi assegnando anche nuovi compiti alla cultura e alle pratiche digitali. Tutte le esperienze più significative, da Barcellona a Bologna a Cagliari, etc., hanno utilizzato internet e i diversi strumenti digitali per connettere, analizzare, organizzare e favorire nuove esperienze e nuovi servizi.

Mai come ora abbiamo necessità di modificare i cardini sui quali il sistema di sviluppo si basa, restituendo valore alle persone, al territorio e alle loro reti sociali.

Le sfide che riserva il prossimo futuro sono molte ma questa strategia può essere la risposta vincente a molte di esse. Vale sicuramente la pena approfondirne policy, dinamiche, strumenti, casi e  processi, per meglio comprendere come sia possibile contribuire alla qualità di vita del Paese nei prossimi anni. 

Ne parleremo a breve con altri post su questo tema.

Simone Camerani, analista di ricerca per l’innovazione sociale.

Redazione