Fare DMO – Destination Management Organization significa mettere a sistema [“risorse di territorio” + “infrastrutture e servizi” + “policy di accoglienza”] con una visione unitaria e con la partecipazione dal basso di operatori e cittadini.  Le opportunità sono in prevalenza nella domanda internazionale di turismo culturale cresciuta negli ultimi anni del +55%. Purtroppo non c’è ancora un prodotto turistico e territoriale integrato capace di generare valore per turisti e imprese, infatti la spesa turistica internazionale Marche soffre di un gap rispetto all’Italia del -33,3%.

Che fare?

“Fare DMO assieme” facendo match tra (1) le opportunità di attrazione e visibilità globale dei centenari dei tre geni italici – Leonardo Da Vinci 2019, Raffaello Sanzio 2020 e Dante Alighieri 2021 -, (2) il mercato di 250 milioni di persone nel mondo – gli Italic People^© – attratte dalla cultura italiana in senso ampio, (3) il fattore PLiSM^© cioè la combinazione delle motivazioni di viaggio riferite a Patrimonio culturale e ambientale, Lingua italiana, Stile di vita e Made in Italy. Rispetto al fattore PLiSM, le Marche vantano ben 206 “risorse” da valorizzare e mettere a prodotto. Una strategia globale di destinazione “tourism drivem” che, coinvolgendo anche gli altri 6 cluster produttivi caratteristici, può arrivare a generare nei prossimi tre anni 174 milioni di euro di nuovo valore aggiunto e 3 mila nuovi posti di lavoro nella sola filiera turistica, come indicato per altro nel Piano Straordinario di Valorizzazione delle Marche approvato dal Consiglio Regionale nel novembre 2017.

Qui le slide presentate oggi al Forum Turismo delle Marche da Beppe Giaccardi.