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14 Gen 2016

Boom delle “nuove imprese digitali” in Emilia-Romagna

In soli due anni +47% le imprese attive, +170% i lavoratori digitali a libro paga. Un buon inizio 2016!

Da 14mila a circa 22mila imprese, da 45mila addetti a oltre 110mila tra il 2013 e il 2015: è la prima interessante evidenza dell’Azione di Consultazione delle “nuove imprese digitali” promossa dal Coordinamento per l’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna e affidata allo Studio Giaccardi & Associati che, proprio due anni fa, aveva condotto un’analoga ricerca nazionale per conto di Assintel-Confcommercio (cfr. Long Wave, 2013,).

Siamo giunti a questo primo risultato in base alla stessa proxi e base dati (Infocamere) composta tramite l’aggregazione di 30 codici Istat-ATECO in 5 marco settori:
(1) software, (2) consulenza aziendale e informatica, (3) servizi web, (4) marketing e comunicazione, (5) design produzioni multimediali e digital edutainment. Sono quindi escluse le imprese del cosiddetto “ICT classico” (software per sistemi, hardware e TLC), mentre è incluso il variegato mondo dell’innovazione digitale e web sorto specialmente negli ultimi 10-15 anni che ad esempio include attività e tecnologie innovative quali Internet of Things, Bit Coin, Big Data, Industria 4.0, Sensoristica, Materiali intelligenti, Cloud, Intelligenza artificiale, e-Tourism, e-Banking, e-Health, Web design, Design multimediale, etc.

 

L’Azione di Consultazione della Regione Emilia-Romagna, oltre all’analisi statistica, comprende un’indagine di campo, un focus group “di restituzione” e un rapporto di ricerca con lo scopo di suggerire policy operative dell’Agenda Digitale regionale in grado di sostenere le “nuove imprese digitali” e soprattutto la collaborazione tra queste e le imprese dei settori strategici della Smart Specialization Stratgey (S3) dell’Emilia-Romagna: agroalimentare, meccatronica e motoristica, edilizia e costruzioni, salute e benessere, industria culturale e creativa, turismo e ovviamente l’insieme dell’ICT.

Come ha sostenuto lo stesso Tim Berners-Lee in una recente intervista (#Repubblica 13-01-2016), combinare digitale con il Made in Italy è la sfida più importante della #webeconomy nel nostro paese.

 

Redazione
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