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08 Mar 2018

#ITB Berlino 2018: dalla classe del Qatar al destination marketing della Cina e all’Incredible India. L’offerta Italia torna a competere nel mondo.

Con la riapertura dei mercati del nord Africa e 300 milioni di viaggiatori cinesi comincia una fase nuova del turismo #europeo e #mediterraneo. Dopo 10 anni di crescita in #italia, ce la faremo?

Intanto colpiscono le dimensioni di questa ITB: 26 padiglioni e una presenza smagliante dell’intera offerta turistica mondiale, di portata similesolo al WTM di Londra. Per dare una misura di confronto, la BIT di Milano, pur ricca di offerta e suggestioni, 1 mese fa era fatta di solo 2 padiglioni.
Che cosa ci ha colpito di più qui a Berlino?

Un intero padiglione dell’offerta araba, con visibilità maggiore della classe e della raffinatezza formidabili del Qatar, tutt’altro che isolato: un mix da “Mille e una notte” declinato in stile anglo-american con qualcosa del soft power italiano che emerge nel design degli allestimenti e negli abbigliamenti donna e uomo. In questo padiglione non trovi solo qualcosa di (troppo?) irruento come Dubai ma anche l’angolo slow del calligrafo arabo che scrive sulla pergamena, il disegno femminile dell’henne sulle mani e ancora, difficile a credersi, un mix esperienziale nel deserto promosso come un’escursione in Trentino. Forse un tempo quelli che chiamavamo “sceicchi” ci evocavano prevalentemente petrodollari ma ora comunicano sorridenti cultura, stile di vita e luoghi autentici. Insieme con tanto “turismo digitale” e compagnie aeree tra le migliori del mondo.

Lo stand del Qatar alla fiera ITB 2018

Poi arrivi in … Cina e ti trovi di fronte a uno stand-mondo strutturato come un grande manuale di destination marketing dal vivo: preciso, completo, colorato, didascalico, accessibile, accogliente. Un formidabile mix tra modernità e autenticità dove prevale l’offerta “ambientale” delle cosiddette province cinesi e ancora poco traspare l’(ingente!) offerta “culturale” di cui la Cina è dotata. Il giorno che la metteranno sul mercato in modo strutturato – stiamo parlando grossomodo di circa 4 millenni di storia – sarà un attrattore formidabile. Sapere che oltre 600 ragazzi cinesi – da più anni e con più cicli – studiano all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino come si tutela e si valorizza il patrimonio storico e culturale – una competenza da loro pare non disponibile -rincuora e preoccupa allo stesso tempo. Forse noi italiani del destination management ci dovremmo interrogare di più su cosa significa essere una “potenza turistica”: è solo un’offerta densa e ben organizzata o anche un know-how che possa produrre reputazione, parternship, nuove tecnologie, brevetti e magari royalties?

Poi arriva l’Incredible India, ricchissima di colori, suoni, aromi e varietà umana, con a fianco gli smaglianti paesi dell’Indocina e le Maldive. Lo stato indiano del Kerala – dove si narra di una qualità della vita invidiabile – è lì davanti allo stand Incredible. Ma senza pudore vuole fare storia a sé, un po’ come vedremo per quello dell’Italia.

Tutta l’area asiatica e australe appare in lievitazione di offerta e di attrattività: dal Sanya Hainan, la cosiddetta Costa Smeralda cinese – eppure c’è chi dice che i cinesi non amano il mare -, alla Cambogia delle danze, al Vietnam del food, all’atteggiamento ostentatamente modernista e business travel di Singapore, Korea e Hong Kong, all’offerta in stile New Commonwealth di Australia e New Zeland.

Lo stand della Cina alla fiera ITB 2018
Ovunque banchetti di operatori cosmopoliti, gentili e coinvolgenti. Forse a qualcuno farebbe bene allo spirito e ai neuroni frequentare di più il mondo del turismo, gli passerebbero certe inutili paure.

Poi torniamo in Europa e nel Mediterraneo: Grecia, Portogallo e Spagna da soli fanno un padiglione (ma c’è anche l’Albania). Quello della Grecia – 365-Day Destination, un po’ come Puglia365 – sempre intasato di gente: ovviamente moltissimi tedeschi, ma del resto 18 aeroporti greci – isole incluse – sono da circa 4 anni controllati dalla società di gestione di quello di Francoforte. Quello del Portogallo con una distesa infinita di banchetti con abatjour per le trattative seller-buyer in un’atmosfera tipicamente lusitana. Quello della Spagna con un ottimo dosaggio hi-tech/tradizione, organizzato per regioni-destinazioni e sistemi-prodotto come quello dell’Italia.

Lo stand delle Baleari alla fiera ITB 2018

Ecco, poi l’Italia del turismo: con la nuova gestione ENIT, ci fa di nuovo sentire importanti e competitivi, lo staff di Bastianelli lavora sodo e cura molto bene la promozione internazionale. Però siamo senza un claim o un pay off di marca, un po’ disordinati e contraddittori. Veneto, Trentino e Roma Capitale di fronte allo stand Italia ma per i fatti loro, come la Sardegna e la Campania. La Sicilia quasi invisibile. Ma, in mezzo a tanta offerta Italia ecco lì … la Croazia, ohibò! Furbi, ti viene da pensare.

Cosa ti rimane del tuo paese? Certamente ti senti “potenza” del turismo anche dopo aver visto Asia & C., tuttavia sembra che abbiamo “messo ordine nei cassetti” senza ancora aver “inventato”qualcosa di davvero sorprendente, e di unico. E pensare che dal 2019 comincia un triennio della cultura italiana nel mondo con i tre centenari di Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Dante Alighieri. Qualcosa alla BIT di febbraio si è cominciato a vedere (Milano, Firenze e Ravenna), ma all’ITB 2018 di Berlino ancora niente. E pensare che ONU e MAECI certificano che siano oltre 250 milioni gli appassionati di cultura italiana nel mondo: i cosidetti “italici” o “italicpeople”, una grande nicchia che rischiamo di non ingaggiare per tempo. Diamoci da fare.

Redazione
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