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10 Gen 2018

Economia delle lingue: una nuova opportunità per cultura e turismo

Vi auguriamo un buon 2018 e ne approfittiamo per presentarvi una novità nel campo della ricerca economico-sociale, l’economia delle lingue. Inoltre, la nostra analista di ricerca Mara Mennella interverrà al convegno “Modelli di tutela e pratiche di successo per l’insegnamento delle lingue minoritarie in Europa”.

I numeri delle lingue straniere e la pianificazione linguistica

Quando parliamo di lingue straniere spesso ci soffermiamo solo sulla parte linguistica o su quella letteraria del fascino che esercita l’idea di parlare una lingua. Pensiamo all’inglese quasi come l’unica lingua straniera da imparare per poterci aprire le porte del mondo.
In realtà in Europa 740 milioni di persone parlano circa 225 lingue. L’istituzione più rappresentativa, l’Unione europea, lavora in 24 lingue e riconosce l’importanza di altre 60 lingue minoritarie.
I governi dei singoli stati sono responsabili delle scelte che attuano nel campo della pianificazione linguistica, ovvero nella scelta di quali lingue promuovere sul proprio territorio. Scegliere di imparare una lingua straniera comporta una serie di variabili, dirette e indirette, che possono essere studiate solo con gli strumenti di varie discipline: non solo la linguistica o la glottodidattica, ma anche l’economia e la sociologia. Tutto questo viene riassunto in una nuova interdisciplina: l’economia delle lingue.

Cos’è l’economia delle lingue?

L’economia delle lingue raggruppa diversi temi trasversali: lo studio dell’effetto delle competenze linguistiche sul reddito e sul commercio internazionale, la modellizzazione matematica delle dinamiche linguistiche, l’identificazione dei costi e dei benefici delle azioni di pianificazione linguistica, la tutela delle lingue minoritarie, la valutazione dell’efficacia e dell’equità delle politiche linguistiche a livello internazionale.
Secondo François Grin, uno dei primi studiosi di economia delle lingue, questa materia “usa i concetti e gli strumenti dell’economia nello studio di relazioni inerenti le variabili linguistiche. Si focalizza principalmente, ma non esclusivamente, su quelle relazioni in cui anche le variabili economiche giocano un ruolo”.
Anche le aziende possono trarre benefici da una corretta strategia linguistica: le società che adottano una strategia linguistica coerente hanno aumentato il fatturato, passando dal 10 al 25%. Secondo un’indagine delle Camere di commercio britanniche, le imprese che applicano le capacità linguistiche esportano il 45% in più.

Lingue e turismo a Leeuwarden 2018

Un altro campo di studio che si può aggiungere all’economia delle lingue è quello del rapporto tra lingue e turismo. Una delle capitali europee della cultura per il 2018, Leeuwarden, nei Paesi Bassi, ha presentato un innovativo progetto chiamato “Lân fan taal”, terra della lingua. Il progetto punta a far risaltare gli aspetti economici del multilinguismo, come la collaborazione tra istituti di ricerca, e il turismo culturale legato alle lingue. Leeuwarden è molto sensibile a questo argomento: oltre ad avere dato i natali a Schiele e Mata Hari, è la capitale della provincia della Frisia in cui si parla il Frisone, una lingua minoritaria parlata da circa 500 mila persone.

La tutela delle lingue minoritarie

Le lingue minoritarie, la loro tutela e valorizzazione sono un tema sensibile in diverse regioni italiane, tra cui anche il Friuli Venezia Giulia. La nostra analista di ricerca Mara Mennella è stata invitata a presentare un intervento al convegno “Modelli di tutela e pratiche di successo per l’insegnamento delle lingue minoritarie in Europa” che si terrà a Cividale del Friuli il 16 gennaio 2018. Tra gli altri obiettivi del convegno, oltre a sensibilizzare sull’importanza della diversità linguistica, c’è quello di aumentare le opportunità occupazionali dei parlanti di una lingua minoritaria.

Redazione
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