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31 Mar 2015

Come portare innovazione nell’azienda agricola di famiglia. La storia di Alessandra Ravagli di Ravenna.

Scegliere l'agricoltura: quando la passione ce l'hai nel DNA.

Niente arriva a caso, in questo lavoro tutto mi viene talmente naturale che probabilmente ce l’avevo già dentro e non aspettavo altro che avere la possibilità di mettermi alla prova.

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L’esperienza di Alessandra come coltivatrice è iniziata nel 2008, quando suo padre si rompe un piede proprio durante il periodo della vendemmia: decide così di prendere in mano la situazione occupandosi della gestione della raccolta dell’uva e della produzione del vino e in poco tempo capisce che questa è la sua strada.
“In quel periodo avevo una società con mia cugina, ci occupavamo di rivendita di piadina e pizza al taglio ma non mi dava molta soddisfazione e, dopo l’esperienza della vendemmia, ho deciso di occuparmi esclusivamente dell’azienda agricola di famiglia. Inizialmente mi ha affiancato mio papà che mi ha insegnato i trucchi del mestiere, poi, dal 2010 sono diventata ufficialmente titolare. Sin da subito questo lavoro mi ha entusiasmata, e appena ho imparato la gestione ordinaria della campagna ho messo in moto tutta la mia creatività e ho introdotto una gran quantità di innovazioni.”

Com’è cambiata l’azienda di famiglia grazie a una giovane mente orientata all’innovazione

Il terreno coltivato inizialmente di due ettari è stato portato a quattro ed è stata ampliata anche la cantina con l’obiettivo di migliorare il prodotto e aumentare il business. Da giugno 2011 l’Azienda agricola Ravagli fa anche imbottigliamento e ha raggiunto una soglia di produzione di 10000 bottiglie l’anno riempite, etichettate e rivendute direttamente. Il rapporto diretto con i clienti è uno dei punti di forza irrinunciabili: “Ogni volta che racconto la storia della bottiglia che sto per vendere vedo nei loro occhi la stessa emozione che provo io mentre seguo tutto il processo produttivo.”

“Credo moltissimo nel mio progetto per questo motivo anche nei momenti di difficoltà non mi sono fermata, ho guardato avanti, ho avuto fiducia in me stessa così come l’ha sempre avuta mio padre che sin dal primo giorno di questa mia nuova avventura mi ha sostenuta e incoraggiata e ha cominciato a definire l’azienda la nostra. Ho capito, pian piano, che era fondamentale differenziarsi, essere unici e non mancare mai nel rapporto diretto con il territorio; per questo motivo sono promotrice di numerosi eventi l’ultimo dei quali è stato il “Lòm a Mèrz” a inizio mese, un evento dedicato alla tradizione per custodire un rito, un dono. Faccio inoltre parte del consiglio direttivo di Coldiretti e sono presidente dell’associazione Agrimercato, un impegno che ho deciso di prendere per avvicinare sempre di più le persone a conoscere la zona in cui vivono e le sue tradizioni.”

Approccio “disruptive” per rigenerare l’impresa tradizionale

vino_ravagliLa Romagna infatti è una terra in cui le donne si danno da fare, una terra di ‘zdore, che la tradizione contadina mette al centro della casa, come punto di riferimento sia per la cucina che per l’amministrazione: schietta, energica e sempre affaccendata. Così Alessandra ha portato avanti la tradizione del suo territorio…

“Ho sempre voluto che le mie bottiglie mi rappresentassero: per questo motivo le etichette dei vini sono state create con miei disegni della … seconda elementare, con opere che ho ospitato nella mia azienda per un’estemporanea di pittura, con disegni fatti da mie amiche. L’ultima della collezione proviene da una ceramica della “Signora Maria”, si tratta di una statuetta di una donna sorridente, una vera e propria ‘zdora, creata da una ceramista della zona che ho conosciuto durante la festa del Giovinbacco a Ravenna. Questo incontro si è rivelato davvero importante: stiamo dando vita ad un bel progetto basato sulla forza delle donne e che affonda le sue radici nel nostro territorio coniugando arte e vino. Guardo avanti e credo con sempre più forza e convinzione in quel che sto facendo, mi concentro per far coniugare tradizione e innovazione puntando moltissimo sulla comunicazione online e sui social network e spero che il mio vino possa pian piano essere conosciuto in tutta Italia e poi, chissà…”

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Redazione
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